venerdì 22 gennaio 2010

Il mondo della BD francese: intervista con gli editor (seconda parte)

Eccoci con la seconda è ultima parte della nostra intervista agli editor francofoni. Credo che in questa puntata si concentrino le riflessioni e le informazioni più interessanti da parte dei redattori che hanno avuto la pazienza di rispondere alle nostre domande.

Ci sono molti argomenti che intendiamo trattare nei prossimi aggiornamenti, ci stiamo lavorando, ciò richiederà molto impegno e tempo. Al momento il nostro progetto non è quello di creare un blog con aggiornamenti quotidiani. È nostro proposito concentrarci su specifici argomenti che sappiamo essere molto sentiti dalla comunità internet dei fumettisti o aspiranti fumettisti, aprendo una piccola finestra a disposizione di chiunque cerchi queste informazioni nella rete.
Il tema stesso della nostra prima intervista, i modi e le nozioni necessarie per interfacciarsi col mercato della bd francese, con riferimento specifico alla figura dell'editor, è un argomento che non di rado abbiamo visto emergere in luoghi di discussione in internet, ma che mai sembrava trovare risposte chiare ed esaurienti. Da qui l'idea di affrontare la questione parlandone con chi, meglio di altri, può dire la propria, i diretti interessati.
Questo nostro progetto si regge interamente sulle spalle di due fumettisti, che, nei limiti del proprio tempo libero, amano parlare di questo complesso mondo del fumetto, forse non così conosciuto come tanti credono. Già in molti hanno manifestato interesse ed appoggio per questa nostra piccola iniziativa, alcuni hanno anche offerto la propria disponibilità per aiutarci nel nostro progetto, speriamo in futuro di essere sempre di più.

Grazie ancora a Nicholas Natali Morosow e Luca Blengino per l'aiuto datoci nella traduzione.

Par ici la version française du première partie de notre interview ---> LIEN


- Quando cominciate ad allestire il catalogo delle pubblicazioni avete già chiaro quali generi (fantasy, poliziesco, storico, ecc…) predomineranno sugli altri o è un continuo lavoro in divenire che prevede una costante aggiustatura del tiro?

Thierry: è un lavoro in costante evoluzione. Cerco di definire con precisione il programma editoriale con molto anticipo (al momento in cui vi rispondo, siamo a luglio 2009, sto dando gli ultimi ritocchi al programma per il 2010). Ma questo programma varierà in funzione di molti fattori differenti coi quali andremo a confrontarci nei mesi che seguiranno: ritardi da parte degli autori ed eventi esterni di varia natura. Ma anche un colpo di fulmine per un nuovo progetto!
Pianificare con largo anticipo il nostro programma e mantenere una visione globale del lavoro mi permette anche di equilibrare le nostre uscite nell’arco dell’anno e mi evita così di far uscire tutti i titoli di maggior richiamo nello stesso mese, tutti gli albi di fantascienza o storici in un altro mese e così via.



Jean: i generi che storicamente hanno caratterizzato la produzione Soleil, l’heroic fantasy, l’avventura, il fantastico, predominano sempre sugli altri. D’altronde ci concentriamo su queste tipologie di storie perché sentiamo che è ciò che il pubblico chiede.
Ma abbiamo creato anche altre collane, come Metamorphose, o Venusdea che si occupano di pubblicare opere più sperimentali o, semplicemente, molto diverse dalla linea Soleil “classica”.


Patrick: il catalogo è in perpetua evoluzione in quanto riflette i desideri dei nostri lettori. Per Drugstore dobbiamo mantenerci in linea col catalogo Albin-Michel BD, con tutti i titoli umoristici, gli albi per adulti ... ma allo stesso tempo modernizzarne l’aspetto grafico, la narrazione…È per questo che ci stiamo rivolgendo ad un pubblico la cui età si colloca tra l’adolescenza e l’età adulta, con titoli di fantascienza, fantasy, fantastico, giallo ma anche graphic novel e albi umoristici per adulti.


Gregoire: noi non pianifichiamo la nostra produzione in questa maniera, anche qua, come in tutte le imprese facciamo in modo che le nostre cifre di affari siano costanti preferendo ovviamente che esse vadano ad aumentare di anno in anno piuttosto che decrescere. Le serie già rodate, così come quelle più promettenti sono oggetto di una particolare attenzione per favorirne il successo. Ci manteniamo attenti alle tendenze del mercato e umltimamente ci capita di varare un progetto che segua un determinato genere, come lo storico o le serie concept. Ma restiamo aperti a tutti gli stili, la cosa più importante è il fascino che provoca in noi un progetto. Una storia deve suscitare in noi lo stesso entusiasmo che proveremmo da comuni lettori, siamo soliti calarci il più possibile in questa posizione di fruitori vigili.
Di fatto siamo appassionatissimi di fumetto, la nostra strategia di pubblicazione dipende molto dalle nostre intime convinzioni. Il fatto di essere più editor con Guy Delcourt come referente, ci permette un analisi più ampia e, a priori, più efficace delle nostre singole scelte.


- Ai maggiori festival del fumetto francese, penso soprattutto ad Angoulême,  si recano numerosi autori italiani carichi di tavole a fumetti con la speranza di vedere le proprie storie pubblicate nel vostro mercato.  Non  tutti hanno le idee chiare su come presentare un progetto, qual è il vostro dossier ideale? Quali elementi vi sono indispensabili per valutare un progetto e quali aspetti valutate prima di altri?



Thierry: in quelle occasioni molte persone vogliono incontrarci ma non è possibile soddisfare tutti. In quei frangenti il nostro tempo è limitato e dobbiamo essere presenti principalmente per i nostri autori e per una quantità di altre richieste e sollecitazioni.
Per presentare un progetto non bisogna portare troppo materiale differente, è bene che selezionate ciò che ritenete la vostra produzione più riuscita, i lavori più professionali. È inutile mostrare gli schizzi di disegno dal vero realizzati a scuola, la cosa migliore è sottoporre prima di tutto delle pagine di fumetto, non possiamo giudicare unicamente attraverso delle illustrazioni, neanche se fossero di ottima qualità. È necessario per noi poter valutare un progetto dal modo in cui viene gestita la tavola nel suo insieme, le inquadrature, la scansione, l’espressività e la vitalità dei personaggi, la qualità dei dialoghi.
Potete accompagnare queste pagine con alcuni studi sull’universo sviluppato, giusto alcuni, non c’è bisogno di sottoporci una mole di lavoro delle dimensioni di un elenco telefonico. E che sceneggiatore e disegnatore ci propongano ciò che hanno realmente voglia di fare, che non cerchino si mettersi nei nostri panni nel tentativo di immaginare che cosa stiamo cercando. Quando vedo che la maggior parte dei progetti sono di genere fantastico/ Fantasy/ Fantascientifico mi dico tra me e me che noi non pubblichiamo solo questi generi. Bisogna cercare di essere personali, innovativi,  comunque portare un personale punto di vista, anche nel Fantasy si può uscire dal coro.

Jean: un consiglio: evitare di presentare i vostri progetti al festival, soprattutto ad Angoulême. Tutti gli editori sono sotto pressione, affaticati, concentrati sui propri autori. Consiglio a tutti gli autori italiani, che sono numerosi e spesso di grande talento, di far pervenire i loro portfolio per posta o via mail, in tutti i casi prima di Angoulême. Ed inviandoli a noi prima di chiunque altro! :-)


Patrick: un dossier deve essere conciso: non sottoponete degli originali ma solo delle copie che poi dovrete lasciare all’editore (con tutti i vostri recapiti). Mettete solo ciò che vi convince del vostro lavoro, un autore deve sapersi vendere e saper vendere il proprio progetto, se non riesce ad interessare la persona che gli sta di fronte, sfortunatamente, visto il gran numero di persone che vedremo durante la giornata, potremmo non notare affatto il suo progetto. Un buon dossier prevede: una breve sinossi (al massimo una o due pagine) alcune pagine in bianco e nero sia a matita sia inchiostrate, dato che potremmo trovarci davanti delle buone matite ma una pessima inchiostrazione (o viceversa) delle prove colore se pensate che siano interessanti (ancora una volta, non mostrate ciò che potrebbe giocare a vostro sfavore). Anche degli studi possono essere interessanti da mostrare, ma non dimenticate che un book riempito unicamente con illustrazioni non colpirà un editore ! Nei fumetti saper disegnare è più facile che saper raccontare una storia, la scansione della tavola e la narrazione sono più importanti che una bella illustrazione a tutta pagina.

Gregoire: un buon dossier deve essere composto nel modo seguente:

- La sinossi del progetto, della serie o dell’albo per un volume auto conclusivo. L’editore desidera conoscere le finalità di un progetto, piuttosto che le intenzioni degli autori. Non dilungatevi oltre le tre pagine.
- Tre pagine finite, sarà sufficiente che siano anche solo in bianco e nero.
- Una scaletta del primo volume o dell’albo auto conclusivo. Nella scaletta sarà riportato il numero di pagine per sequenza (giusto due righe) una descrizione di ogni sequenza accompagnata da alcuni dei dialoghi principali (al massimo dieci righe per sequenza).
- Uno storyboard delle prime due sequenze o delle due sequenzoe scelte, delle quali una sarà molto rappresentativa della storia e la seconda più attenta a mostrare le carte vincenti del progetto.
- La presentazione dei personaggi deve essere succinta e sottolineare solo certi aspetti rivelatori della loro specificità.

Ma quella che mi sembra essere la domanda più importante è: in che modo si  possono allettare gli editori francesi verso un proprio progetto quando si è italiani?

La difficoltà maggiore risiede nelle differenze culturali tra i nostri due paesi, soprattutto in ciò che riguarda il fumetto. Bisogna esser coscienti che ciò che costituisce il mercato fumettistico italiano non funziona in Francia e viceversa. Solo gli autori con la “A” maiuscola riescono ad oltrepassare questi ostacoli, Gipi ne è un esempio recente. Anche le caratteristiche più “industriali” di certi autori sono particolarmente apprezzate, Barbucci e Canepa rientrano in questa categoria, così come molti coloristi. I disegnatori realistici hanno la possibilità di interessare gli editori nella misura in cui riescono a modernizzare la loro scansione della pagina, a diversificare le loro inquadrature, ad essere generosi nella realizzazione degli sfondi. Il pubblico francobelga è molto esigente, ama percepire un reale impegno nelle tavole.  Un disegnatore che mostra scarsa meticolosità avrà meno possibilità di piacere che un disegnatore “stakanovista “.
Nella totalità della nostra produzione i progetti di successo sono per la maggior parte il risultato di una collaborazione tra un disegnatore italiano e uno sceneggiatore francese. Luigi Critone insieme ad Alain Ayrolles, Théo con Jodorowsky, Alessandro Calore con Makyo, per ciò che riguarda il nostro catalogo. Io sono sicuro che certi sceneggiatori italiani possano interessarci, ma bisogna che conoscano molto bene la nostra produzione, che analizzino profondamente la struttura narrativa e i temi che piacciono ai lettori francofoni. È molto importante conoscere l’opinione dei lettori e dei rivenditori, ciò può essere fatto anche attraverso internet per esempio. Il semplice fatto di arrivare a una pubblicazione in Francia non fa testo, per un singolo albo. Molti fumetti pubblicati in Francia non hanno alcuna possibilità fin dal loro debutto… Bisogna saper fare questa distinzione e so bene che è piuttosto difficile quando non ci si trova sul posto. Comunque sia bisogna privilegiare la domanda e la qualità, non risparmiarsi.
Contrariamente all’Italia qui gli editori non sono dei padroni ma dei soci.


- Quanto è importante la tenacia? E’ capitato che un progetto a voi proposto inizialmente non sia stato reputato adatto per la vostra casa editrice e che in seguito, con l’invio di nuovo materiale, abbia finito per conquistarvi ed entrare a far parte delle vostre pubblicazioni?




Thierry: è molto raro. Se un progetto ci pare interessante ma non del tutto riuscito ne parliamo, dicendo agli autori : “tornate più avanti quando avrete migliorato questo, questo e quest’altro e ne discuteremo nuovamente”.
Ma insistere con lo stesso progetto che è già stato rifiutato non serve a niente.
Mi è già successo di tenere sott’occhio un progetto che mi sembrava promettente ma che al momento non mi interessava pubblicare, per poi contattare successivamente l’autore e proporgli una collaborazione, può succedere anche questo!


Jean: devo ammettere che è molto raro, ma ci capita di seguire certi autori con del potenziale per un lungo periodo, per vedere se i loro progressi ci permettono di considerare la realizzazione di un progetto assieme.


Patrick: gli editori hanno gusti molto differenti, dunque se uno di loro vi rifiuta un progetto voi potrete sempre tentare con un’altra casa editrice o etichetta. Credo che sia una cosa molto rara, o almeno a me non è mai successo che un progetto sia inizialmente rifiutato e approvato in seguito, senza che la qualità non sia cambiata!


Gregoire: piuttosto raramente, la prima opinione conta molto.

- Meglio un autore di grande talento che consegna costantemente in ritardo o un onesto professionista, magari non eccelso, che rispetta fedelmente le date di consegna?
Grazie di non rispondermi "un autore di grande talento sempre puntuale" :)



Thierry: ovviamente un autore di grande talento sempre puntuale, è l’ideale.
Quello che non amo è l’autore che prende impegni e che non rispetta in seguito la parola data. O peggio ancora quello che mente e si inventa di tutto per giustificare i suoi ritardi quando io so benissimo che sta realizzando un albo per un altro editore. Con questo tipo di persona difficilmente avrei voglia di lavorare nuovamente. Il fumettista è un mestiere e un mestiere serio, difficile anche, in cui non è facile guadagnarsi di che vivere, soprattutto ad inizio carriera, ma se prendete la decisione di fare questo lavoro fatelo bene e fino in fondo.

Jean: un autore di grande talento sempre puntuale!


Patrick: anche qua tutto dipende dal progetto. Un autore di talento è spesso sinonimo di successo, dunque è vero che i suoi ritardi saranno più facilmente “tollerati” dal pubblico come dall’editore essendo il mestiere del disegnatore è prima di tutto quello dell’artista. Ma va detto anche che consegnare un’opera nei tempi stabiliti è un accordo contratto dall’autore con l’editore. Tutta l’arte dell’editore sta nel poter assistere nel modo migliore il disegnatore, nell’aiutarlo a fare del suo meglio e così incontrare il più serenamente possibile il suo pubblico grazie a delle belle opere!


Gregoire: tutto dipende dal progetto. Se si tratta di un progetto di grande qualità da un punto di vista artistico siamo pronti ad aspettare… fino ad un certo punto.
Se invece si tratta di un progetto più “commerciale” la puntualità è essenziale. In quel caso siamo molto più esigenti in quanto a data di consegna.
Per quanto riguarda la qualità degli autori, in qualunque caso, deve essere di un certo livello. Noi non abbiamo l’ambizione di pubblicare autore medi o mediocri, qualunque sia la loro rapidità di esecuzione.


9 commenti:

  1. Finalmente qualcuno che posta cose di indubbia utilità! Bravi!

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  2. Utilissimo veramente. Questa seconda parte mi e' piaciuta anche piu' della prima. Brafi!

    Guglie

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  3. Grazie mille per avere pubblicato quest'interessantissima intervista. L'ho trovata VITALE perché secondo me in giro non si parla abbastanza e in modo chiaro del mondo dell'editoria (italiana e non).
    Farò tesoro di quanto hanno detto questi editor! :)

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  4. Complimenti per questo blog molto interessante. Le risposte di questi editori sono utilissime, in certi aspetti anche per il mondo fumettistico italiano (mi riferisco alla parte in cui si parla del materiale da proporre e di come farlo).

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  5. Grazie a tutti per i complimenti, nell'attesa di nuovi post su nuovi argomenti ci piacerebbe aprire una discussione partendo da questa intervista.
    Alcuni di voi ci saranno andati ad Angouleme, alcuni di voi avranno avuto contatti con le case editrici, sarebbe stimolante se raccontaste queste esperienze, c'è qualcosa che condividete o non condividete con queste risposte... Insomma gli editor hanno detto la loro ora dite la vostra.

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  6. grazie mille per il vostro MERAVIGLIOSO lavoro, l'anno scorso ero stata ad Angouleme ma ne ero uscita con le idee più confuse che mai... grazie di cuore!

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  7. Intervista illuminante, grazie mille!!

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  8. Intervista molto interessante.. ho avuto modo di conoscere di persona Patrick e devo dire che è uno dei migliori!

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